Cos’è la fotosensibilità
Arriva l’estate, il tempo dei week end fuori città prima, delle vacanze estive poi. Un bagno in mare, stare tranquille rilassate a prendere il sole e sviluppare un’abbronzatura da urlo che susciterà l’invidia di tutte le tue amiche. Il sole è salutare, provocando la formazione della vitamina D, necessaria affinché il calcio introdotto con l’alimentazione venga fissato sulle ossa invece di essere eliminato dai reni.
Esporsi al sole, quindi, fa bene, tanto che in Paesi nordici dove la luce solare non è così abbondante e soprattutto le temperature non invitano certo a spogliarsi e a spogliare i bambini, maggiormente sensibili, a questi ultimi vengono regolarmente somministrate vitamine per sopperire a quelle non formate naturalmente attraverso la luce del sole.
Va tutto bene tranne nei casi in cui vi sia un’allergia al sole. Certamente ne avrai sentito parlare, conoscerai qualche persona che non si può permettere di esporsi alla luce del sole e abbronzarsi senza patire di parecchi disturbi a questo legati. Si chiama allergia al sole o fotosensibilità la reazione dell’organismo, nella fattispecie la pelle, per cui invece di trarre beneficio si sviluppano sintomi altamente fastidiosi, talvolta persino febbre anche con un’esposizione al sole limitata, senza bisogno di stare ore esposte per sviluppare i sintomi.
Quali aree sono maggiormente colpite
Nelle persone che soffrono di fotosensibilità le zone maggiormente colpite sono collo, dorso delle mani, parte esterna delle braccia, parte bassa delle gambe, in pratica la aree che durante l’estate sono maggiormente esposte alla luce solare anche se non ci si stende appositamente per abbronzarsi.
Il sintomo prevalente è il prurito ma in taluni casi si può anche sviluppare orticaria o si possono sviluppare delle vescicole che possono anche diffondersi a zone coperte dai vestiti. Non si parla di ustione, perché la pelle, di fatto, non è ustionata ma si presenta in maniera abbastanza simile e rappresenta uno dei motivi più frequenti di ricorso al medico dopo esposizione al sole.
Non sono ben chiare le cause dell’allergia al sole, si pensa sia provocata da una reazione del sistema immunitaria verso molecole comunemente presenti sulla pelle e che vengono alterate dall’energia della luce solare trasformandole in molecole riconosciute dal sistema immunitario come nemiche ed estranee al corpo, quindi come aggressori dell’organismo, da combattere e neutralizzare.
Ovviamente non esiste una contagiosità, essendo un problema provocato da l sistema immunitario dell’individuo e non già da un agente patogeno esterno.
Cause scatenanti
In molti casi l’allergia al sole viene scatenata da cause esterne o meglio da concause, come l’assunzione di alcuni medicinali o l’uso di cosmetici, profumi, creme per il trattamento di altre patologie della pelle. Sembra che esista una certa familiarità nell’allergia al sole ed è più frequente nelle donne. Insorge prevalentemente in soggetti tra i 20 e i 40 anni che magari non avevano mai notato tale reazione in precedenza. Spesso si presenta in primavera, quando la pelle non è abituata alla luce solare ma si può presentare in qualsiasi periodo dell’anno.
Non tutte le persone hanno un’allergia al sole, è tutto molto soggettivo ma sembra che siano maggiormente colpite le persone di pelle particolarmente chiara e, curiosamente, le persone dai capelli rossi, naturali ovviamente.
A fini preventivi è opportuno non utilizzare cosmetici prima di esporsi al sole e utilizzare creme solari ad alte protezione e con filtri anti UV ma si dee tenere conto che la protezione dai raggi UV è solo parziale, per cui anche con l’uso di queste creme si può comunque presentare l’allergia. Un volta che questa insorge si può trarre beneficio da impacchi freddi sulla zona colpita e bagni o docce fresche in quanto il calore sembra essere un fattore peggiorativo.
Solo nei casi più severi è utile usare pomate a base di cortisone e assumere per via orale degli antistaminici ma questi devono essere prescritti dal medico. Tieni conto che i soggetti diabetici possono sviluppare con maggiore facilità una fotosensibilità ma non possono assumere antistaminici che inciderebbero pesantemente in negativo sul Diabete, per cui soprattutto in questi casi deve essere solo il medico a decidere un’eventuale terapia.